DISTRATTI
Distratti ci guardiamo intorno.
Cadono a terra carte, bottiglie e sospiri,
scarti di questo mondo.
Distratti ci giriamo intorno.
Strisciano a terra
tubi come serpenti e speranze,
senza ritorno.
Nel centro commerciale di venerdì,
noi senza ossigeno, controcorrente,
senza dire niente.
Noi senza ossigeno, controcorrente,
non ci serviva niente, niente,
eppure siamo qui.
Altro che aperitivo,
ci siamo bevuti il pianeta!
Prendi il nastro adesivo
prima che esploda il pianeta!
Attratti da tutto ciò che luccica:
stormi di gazze ladre ubriacate
dall’ingordigia e dal desiderio di polemica.
Noi senza ossigeno controcorrente,
come fosse niente siamo qui.
Altro che aperitivo,
ci siamo bevuti il pianeta!
E gireremo un video
mentre esplode il pianeta!
Cerco il tuo sorriso che mi salva la vita.
Era questo il paradiso,
proprio il nostro pianeta.
Questa versione di me
non ha futuro…
Questa versione di me…
Questa versione…
Quel che esisteva di me…
non ha futuro…
Questa versione di me
in questo mondo.
COLPA
Colpa del caldo,
non mi fa dormire,
colpa della frutta andata a male,
colpa dell’inquinamento,
della finanza, del petrolio, dell’incenso.
Colpa di un segnale
messo al posto sbagliato,
colpa di una frase che ho rubato,
di tutte quelle volte
che ti vedo assente,
ma poi mi rispondi
che non stai pensando a niente.
E tu cerchi, cercavi, cerchiamo,
cercate il colpevole,
forse è un modo per sentirsi forti
con strategia debole.
Un capro espiatorio ed un fulmine
che cade di schianto,
con un minimo sforzo
la colpa è di un altro.
E sarà l’invidia, un colpo alla mia testa,
se mi sento stanca, colpa della festa,
colpa del bicchiere che mi hai fatto bere,
quello che tenevo in mano
prima di cadere.
Colpa di una donna con la sigaretta,
si è girata troppe volte
anche s’è di fretta.
Ti ha guardato bene da
sotto a quegli occhiali
non si sente in colpa eh eh eh eh…
E tu cerchi, cercavi, cerchiamo,
cercate il colpevole,
forse è un modo per sentirsi forti
con strategia debole.
Un capro espiatorio ed un fulmine
che cade di schianto,
con un minimo sforzo
la colpa è di un altro.
E tu cerchi, cercavi, cerchiamo,
un nuovo colpevole,
questo è un modo per vincere facile,
molto affidabile.
Una nave che arriva
o un pensiero diverso,
con un minimo sforzo la colpa di un altro,
di un altro, di un altro…
Punta il dito, puoi trovare
tutte le cause del tuo male.
Lamentarsi, lamentare,
frutta fresca di stagione.
Punta il dito, puoi trovare
tutte le cause del tuo male.
Lamentarsi, lamentare, frutta fresca,
frutta fresca…
E tu cerchi, cercavi, cerchiamo,
cercate il colpevole…
Tu cerchi, cercavi, cerchiamo,
cerchiamo, cercate
il colpevole… colpevole!
CONTO ALLA ROVESCIA
Ogni 10 pensieri c’è lei
che ti manca,
la frana che cade
e tu dietro che provi a fermarla.
Alle 9 là fuori c’è un uomo
che aspetta nell’ombra,
guarda dentro al giardino
da un anno,
chissà cosa cerca?
Sono 8 i gradini che scendono
nella cantina,
il bambino li conta
ogni volta come fosse la prima.
7 le ore che ti mancano
per uscire da qui.
Quando scendi dal letto al 6
e ti gira la stanza,
provi a chiudere gli occhi
e a trovare
una nuova partenza.
Ogni 5 respiri c’è lei
che non torna,
sono mille chiamate
e nessuna risposta.
Ogni cinque pensieri
c’è lei che non torna,
sono mille chiamate
e nessuna, nessuna.
Cip, cip, cip…
4 i merli dentro al quadro.
3 gli alberi su cui
stanno cantando.
Eravamo in 2 contro
la tormenta,
è rimasta una sola domanda
e nessuna risposta.
Eravamo in due dietro
quella porta,
è rimasta 1
una sola domanda…
e nessuna… 0
DESIDERIO
Il desiderio è come un cane,
è abituato a seguirti,
da quando mi sveglio
a quando vado a dormire,
non riesco neanche a trattenerlo
per dargli da mangiare.
Il desiderio è ingombrante,
con tutto quello che gli viene
da desiderare, non trovo più il modo
per farlo ragionare.
Non riesco neanche a trattenerlo
per dargli da mangiare.
Il desiderio è cannibale,
si butta addosso a tutto ciò
ch’è commestibile,
si butta addosso a tutto ciò
ch’è commestibile,
si butta addosso a tutto ciò
ch’è commestibile.
Imparare a trattenerlo, come? È tutta colpa delle stelle,
così, così lontane,
così che non si possono prendere. È tutta colpa delle stelle,
così lontane che non
si possono prendere.
Imperfetta simmetria delle tue labbra,
le infinite praterie
dov’è vietato pretendere.
Il desiderio mi distrae,
si siede sopra il letto
e comincia a parlare,
nella testa ho una freccia
da disinnescare.
Paura di essere soli,
soli a desiderare
quella parte mancante
che ci completerebbe finalmente,
completi per sempre.
Soli a desiderare
quella parte mancante.
C a n n i b a l e
si butta addosso a tutto ciò
ch’è commestibile,
si butta addosso a tutto ciò
ch’è commestibile.
Imparare a trattenerlo… come? CIAO
È tutta colpa delle stelle,
così, così lontane, così, così,
che non si possono prendere.
È tutta colpa delle stelle, così lontane
che non si possono prendere.
Maledetta asimmetria
delle tue labbra,
le infinite praterie,
dov’è vietato pretendere,
che non si possono prendere,
che non si possono prendere!
COME QUANDO GLI ALBERI SI PARLANO
Si faceva bella, bella la fronte
quando spostava i capelli neri.
Sulla pelle chiara il contrasto era forte,
come quello con il mondo fuori.
Il disordine in questo garage,
noi stesi mano nella mano,
aspettiamo di volare via,
il motore è acceso.
Era troppo lasciarsi,
era poco restare insieme,
abbiamo scelto di amarci.
Era poco lasciarsi,
era troppo restare insieme,
abbiamo scelto di amarci,
per sempre.
Si faceva grande, grande la stanza
mentre le mani si schiudevano.
Ascoltavi il respiro
come quando gli alberi si parlano.
Il disordine in questo garage,
noi stesi mano nella mano,
ora stiamo per volare via
per sempre.
Abbiamo scelto di amarci,
abbiamo di scelto di amarci.
Era troppo lasciarsi,
abbiamo scelto di amarci
per sempre.
TORNA
Torna il giorno, torna l’onda del mare,
torna il ramo alla finestra,
torna a bussare,
a chiedermi di uscire,
a strapparmi da qui per non morire.
Torna il dubbio
di non averti dato abbastanza,
di aver sbagliato tutto,
quel tutto che ti manca. Torna…
Il profumo della tua pelle
in un giorno qualunque.
Il ricordo della tua pelle
sotto un cielo qualunque.
Tornano le parole
che non hai voluto ascoltare,
quelle che hai seppellito prima di capire,
ti chiedono di andare,
di scappare da qui per non morire.
Torna quella stessa identica malinconia
che rimproveravi a tua madre
ed ora è solo tua. Torna…
Il profumo della tua pelle
in un giorno qualunque.
ll ricordo della tua pelle
sotto un cielo qualunque,
in un giorno qualunque.
La memoria di quel preciso istante.
Torna…
Torna il giorno, torna l’onda del mare,
torna il ramo alla finestra.
SENZA FUCILE NÉ SPADA
Oggi sembra più grande,
immensamente gigante,
lo spazio da riempire
dopo averti visto
sparire in una foto,
che ho rimosso poco dopo,
per paura di, di caderci dentro
e morire ancora
di un morire lento.
Chi, chi l’avrebbe mai detto
che saremmo rimasti
sospesi nell’aria,
alla stessa distanza
che ci tiene divisi,
strangolando pensieri
ogni giorno più vivi.
Di una pelle tradita,
quella che accarezzavi
sovrappensiero
e alle cellule tutte
dicevamo che era vero.
Quando, quando ci abbracciavamo
stringendoci forte
noi non lo sapevamo che
saremmo stati mandati
a combattere,
persino la morte,
restando fermi
come statue di cera.
Sbeffeggiati anche
dalla primavera,
arruolati in guerra,
prigionieri in casa,
separati per mesi,
senza fucile né spada.
Quando, quando ci abbracciavamo…
non sapevamo che
saremmo stati mandati
a combattere
persino la morte,
restando fermi
come statue…
Sbeffeggiati anche
dalla primavera,
arruolati in guerra,
prigionieri in casa,
senza fucile né spada.
OLTRE
Com’è difficile andare oltre,
oltre alle montagne
dei nostri pregiudizi,
oltre alle nostre
sacrosante verità,
oltre alla paura
che ci domina.
Com’è difficile oltrepassare
questo restare.
Non è impossibile
a t t r a v e r s a r e .
Immenso limite
che ci trattiene,
quando tutto
potrebbe danzare,
e non ci ricordiamo
più chi siamo,
mentre sprechiamo una nuova occasione
per andare oltre.
A forza di non capire,
a forza di pedere tempo…
a forza di guardarci in uno specchio
ci siamo persi, siamo persi,
a forza di cercarsi in uno schermo
ci siamo persi, persi dentro.
Com’è difficile guardare avanti,
oltre alla paura
che non ci merita.
L’ AUTUNNO
Dietro a un ramo secco
fugge l’ombra,
trascinata lunga.
Linfa che rallenta la sua corsa,
vita che preserva,
è l’autunno
che sfila il buio da noi
e la posa a terra.
La testa si piega,
il corpo si arrende,
si placa il respiro,
la lingua si stende,
non si domanda del suo morire,
semplicemente diviene.
Odore di fuoco al mattino,
appoggio le mani sull’umida erba,
respira, profonda
la sua gentile risposta.
Dietro a un ramo secco
fugge l’ombra
trascinata lunga
è l’autunno
che sfila il buio da noi
è l’autunno
che ruba il buio da noi
è l’autunno
che prende il buio.
TITOLI DI CODA
Non comprendono più me
i tuoi occhi,
non comprendono più me
le porte che attraversi,
non comprendono me
le tue mani, i pianti,
le braccia che adesso tieni lungo i fianchi.
Non comprendono me
quelle foto fatte a caso,
non comprende più me
la vita che hai deciso.
Il finale è senza titoli di coda,
la cassiera
si è addormentata ancora
ed io spettatrice sola.
Non comprende più me
il marciapiede
sul quale cammini
e l’insostenibile
leggerezza delle canzoni,
quelle che cantavamo
che cantavamo…
Sono uscita dall’inquadratura,
sfocata marginale figura.
Il finale è
senza titoli di coda,
la cassiera si è addormentata ancora
ed io spettatrice sola,
spettatrice.
Non comprende più me…
il finale è senza
titoli di coda
la cassiera si è addormentata ancora.
Il finale è senza capo né coda
la cassiera si è addormentata ora.
Il finale è senza…
la cassiera si è addormentata ancora…
si è addormentata
Il finale è senza titoli di…
la cassiera se n’è andata.